Mater stultorum semper gerentes.

Parcheggiare da stronzi.

Succede, ogni giorno. Non solo nella nostra città. Ovunque sulla terra ci sia un agglomerato urbano con conseguente abbondanza di automobili, lì c’è qualcuno che parcheggia da stronzo.

Ovunque.

Germania paese civile.

Germania paese civile.

Perché?

Chi parcheggia da stronzo non guarda in faccia a niente e nessuno, si fa beffe dei posti riservati a portatori di handicap e del buon senso.

In Soviet Russia, car parks you.

In Soviet Russia, car parks you.

 

Sarà l’automobile a modificare il gene che sovrintende le abilità parcheggiatorie dell’individuo? È colpa dell’auto se una personcina per bene, e che magari saluta sempre, si trasforma in un parcheggiatore stronzo?

Siamo tutti portati a pensarla così.

Ma ci sbagliamo.

Pedalate sui Denti espande gli orizzonti delle vostre coscienze… il parcheggiatore nasce stronzo e pratica la sua stronzaggine in modo direi democratico, a prescindere dal mezzo che usa.

Stronzo a pedali.

Stronzo a pedali.

Ce ne entravano almeno altre quattro…

Bicycle Fail – pt. 3.

I codici della strada in vigore nei vari paesi che compongono il mosaico geopolitico del pianeta non vietano a noialtri conduttori di velocipedi di tutto il mondo di andarcene in giro in stato di ebbrezza.

Lo sappiamo bene noi, che in questo articolo (verso la fine) abbiamo già parlato di come pedalare ciucchi come alpini in licenza dopo Caporetto ci esponga al pubblico ludibrio e ci ponga in situazioni di serio rischio per la nostra incolumità.

Ma meglio di noi lo sanno gli eroi ripresi nel video di oggi…

…DRUNK BICYCLE FAIL! Perché portarsi dietro il ghetoreid quando puoi riempire la borraccia di scotch?

Colle Trondheim, l’ottavo colle di Roma.

L’avrete sicuramente visto un po’ dovunque in rete, pubblicato, retwittato, condiviso, rebloggato. Ormai non è più una novità, ma qui a Pedalate Sui Denti non potevamo di certo esimerci dal dire la nostra su Trampe, lo skilift per biciclette che sta diventando una delle attrazioni principali di Trondheim, la più settentrionale delle grandi città della Norvegia. Lo facciamo magari con un po’ di ritardo, ma chi meglio di un ciclista urbano sa che chi va piano va sano e va lontano?

Trondheim ha più di 150.000 abitanti, ed è la terza città del paese.

Trondheim ha più di 150.000 abitanti, ed è la terza città del paese.

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Vieni a destra, cretino

In queste settimane, ma a dire il vero gira da luglio sulle pagine dei social, è frequente vedere post con il meme “Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo anche leggermente più a destra”.

Ciclisti leggermente più a destra
Chi ne ha fatto un meme lo ha scopiazzato da un tweet datato 07/07/2014 di tale Fabio Yolo, che presumibilmente ne è l’autore originario. Il meme campeggia sia in profili che lo trovano divertente sia in quelli che lo reputano offensivo e superficiale, ma a noi che non abbiamo il complesso del ciclista “sotto attacco” tutto sommato fa sorridere.
Fa sorridere perché se la battuta invita a prendersi un po’ meno seriamente di quanto fanno alcuni amici su due ruote è tutto sommato divertente, e non va a lambire neanche lontanamente quella consapevolezza che questo movimento spontaneo e pulviscolare di persone che si rompono le palle dei motori e cominciano ad inforcare biciclette, prima o poi, vincerà. (Daje!)

Non so se la battuta si riferisca in particolare ai ciclisti sportivi su strade extraurbane che, contravvenendo al codice stradale pedalano in gruppo a mò di tappa pianeggiante e non in fila indiana, ostacolando il passaggio delle auto, (ma un ottimo articolo che segnala ambiguità della regola e del fenomeno in generale è stato pubblicato dall’ottimo Benzina Zero) resta il fatto che automobilisti die hard, culoni flaccidi e scettici della bici lo vanno interpretando in senso estensivo ed inequivocabile: “i ciclisti si devono levare dalle palle”.

Pedalando giorni fa verso casa, erano le 19.15 circa, pensavo a questa cosa e percorrendo Viale Aventino (una via non certamente tra le più strette a Roma) mi son trovato di fronte alla seguente situazione che si ripete ad onor del vero tutte le sere.

Auto in doppia sosta su Viale Aventino

Come si vede dalla foto, dall’incrocio con Via di San Saba fino a via Aventina è una fila di auto parcheggiate in seconda fila che rende molto pericoloso il passaggio delle bici. A conferma di ciò notate la distanza tra la Lancia che percorre la carreggiata e la Mini Cooper in doppia sosta: in quello spazio dovrebbe poter passare una bicicletta senza intralciare la corsia alle automobili, molto probabilmente rischiando l’osso del collo se malauguratamente si aprisse lo sportello dell’auto parcheggiata in doppia fila.

A Roma, quando non ci sono ciclabili da percorrere, la sportellata è l’uomo nero, il babau dei ciclisti.

Non ho trovato statistiche relative alla città di Roma e all’Italia (almeno non ne sono stato capace, qualora ne foste a conoscenza vi prego di postare postare il link nei commenti) sulle cause di incidente tra auto e biciclette, ma ho trovato questo interessante studio sulla città di Toronto in cui l’apertura degli sportelli in maniera inappropriata (al di là della sosta in seconda fila…a scuola guida ci insegnano che bisogna guardare lo specchietto laterale prima di aprire lo sportello…) è fra le primissime cause di incidente con ciclista coinvolto. Parlando con qualsiasi ciclista che utilizza le due ruote in città riceverete conferma del fatto che questa è davvero una minaccia sempre incombente.

Dunque accettiamo di buon grado l’ironia, ma guardate che quando non ci spostiamo più a destra è perchè non possiamo 🙂

 

 

Pedalate notturne di fine estate

illuminazione della bici ad albero di natale

A settembre, dopo il surreale svuotamento estivo, si torna a pedalare in città, fra le strade di Roma, la città eternamente in coda.
Tra immondizia, scooter che sfrecciano perché in ritardo per le riunioni di gabinetto e automobilisti sclerati che fumano smartphone mentre parlano con la sigaretta ricomincia la lotta per la libertà sulla strada.
I ciclisti salveranno il mondo? Probabilmente no, soprattutto se sono gli stessi maleducati che in auto e con qualsiasi altro mezzo ignorano ogni regola del codice stradale e del buon senso.
Ad ogni modo la temperatura in questo mese fa si che dopo il lavoro venga voglia di non tornare subito a casa ma di chiamare gli amici, incontrarsi da qualche parte per una bevuta e farsi una bella pedalata notturna, accesi come alberi di natale perché la sicurezza non è mai troppa, ma felici 🙂