In queste settimane, ma a dire il vero gira da luglio sulle pagine dei social, è frequente vedere post con il meme “Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo anche leggermente più a destra”.
Chi ne ha fatto un meme lo ha scopiazzato da un tweet datato 07/07/2014 di tale Fabio Yolo, che presumibilmente ne è l’autore originario. Il meme campeggia sia in profili che lo trovano divertente sia in quelli che lo reputano offensivo e superficiale, ma a noi che non abbiamo il complesso del ciclista “sotto attacco” tutto sommato fa sorridere.
Fa sorridere perché se la battuta invita a prendersi un po’ meno seriamente di quanto fanno alcuni amici su due ruote è tutto sommato divertente, e non va a lambire neanche lontanamente quella consapevolezza che questo movimento spontaneo e pulviscolare di persone che si rompono le palle dei motori e cominciano ad inforcare biciclette, prima o poi, vincerà. (Daje!)
Non so se la battuta si riferisca in particolare ai ciclisti sportivi su strade extraurbane che, contravvenendo al codice stradale pedalano in gruppo a mò di tappa pianeggiante e non in fila indiana, ostacolando il passaggio delle auto, (ma un ottimo articolo che segnala ambiguità della regola e del fenomeno in generale è stato pubblicato dall’ottimo Benzina Zero) resta il fatto che automobilisti die hard, culoni flaccidi e scettici della bici lo vanno interpretando in senso estensivo ed inequivocabile: “i ciclisti si devono levare dalle palle”.
Pedalando giorni fa verso casa, erano le 19.15 circa, pensavo a questa cosa e percorrendo Viale Aventino (una via non certamente tra le più strette a Roma) mi son trovato di fronte alla seguente situazione che si ripete ad onor del vero tutte le sere.
Come si vede dalla foto, dall’incrocio con Via di San Saba fino a via Aventina è una fila di auto parcheggiate in seconda fila che rende molto pericoloso il passaggio delle bici. A conferma di ciò notate la distanza tra la Lancia che percorre la carreggiata e la Mini Cooper in doppia sosta: in quello spazio dovrebbe poter passare una bicicletta senza intralciare la corsia alle automobili, molto probabilmente rischiando l’osso del collo se malauguratamente si aprisse lo sportello dell’auto parcheggiata in doppia fila.
A Roma, quando non ci sono ciclabili da percorrere, la sportellata è l’uomo nero, il babau dei ciclisti.
Non ho trovato statistiche relative alla città di Roma e all’Italia (almeno non ne sono stato capace, qualora ne foste a conoscenza vi prego di postare postare il link nei commenti) sulle cause di incidente tra auto e biciclette, ma ho trovato questo interessante studio sulla città di Toronto in cui l’apertura degli sportelli in maniera inappropriata (al di là della sosta in seconda fila…a scuola guida ci insegnano che bisogna guardare lo specchietto laterale prima di aprire lo sportello…) è fra le primissime cause di incidente con ciclista coinvolto. Parlando con qualsiasi ciclista che utilizza le due ruote in città riceverete conferma del fatto che questa è davvero una minaccia sempre incombente.
Dunque accettiamo di buon grado l’ironia, ma guardate che quando non ci spostiamo più a destra è perchè non possiamo 🙂