Vampire Weekend – Obvious Bicycle.

Questa è la riflessione fatta da quei burloni dei Vampire Weekend sul nostro mezzo di trasporto preferito. Anche se il testo non ha nulla a che vedere con la bicicletta.

Molto piacevole all’ascolto, si consiglia di portarsela dietro e premere play quando pedalate con calma in una fresca mattina di pioggia, un po’ come oggi.

Vampire Weekend

2013 – Modern Vampires of the City

XL Recordings

Momenti difficili di un ciclista urbano.

Quante volte pedalando per le strade della città vi siete detti: ecco, adesso sono cazzi.

Ci sono dei momenti nella giornata di un ciclista urbano che rappresentano un vero crocevia; un’interpretazione sbagliata può infatti significare una rovinosa caduta, un incidente doloroso.

Di seguito cercherò di fare una disamina il più obiettiva possibile di questi momenti.

 

dog cyclist

Prima della pioggia (ciclista vs automobilista)

Quando il cielo si annuvola carico di pioggia, e magari qualche innocua gocciolina d’acqua è già caduta sull’asfalto, le mosche cominciano ad agitarsi e a mordere i malcapitati.
A noi ciclisti delle mosche importa davvero un fico secco perché in movimento riusciamo ad evitare almeno questo inconveniente, ma il rituale assolutamente deprecabile è quello che vede gli automobilisti comportarsi proprio come le mosche: si imbizzarriscono, cominciano a guidare in maniera ancora più nervosa del normale, i loro lineamenti facciali diventano bestiali, moschini, come Jeff Goldblum in “La Mosca” del maestro Cronenberg.
Prima, seconda, frenatina “sennò ti metto sotto e poi sbrigati no!? Che fai, ancora qui stai? Guarda che ti faccio passare ma poi si mette a piovere e mi si bagna la macchina, ti sbrighi?! Sbrigati mannaggia tua sorella che prima un pedone è voluto passare sulle strisce e aveva pure l’ombrello! Dai!!!”.

 

Prima della palestra (ciclista vs smart)

E’ suonata la campanella e un giorno di lavoro è finito. La signora con la smart sfreccia per le strade della città incuneandosi nelle file, smarcandosi negli incroci trafficati, surclassando in agilità i mezzi più ingombranti. Il suo obiettivo è arrivare in orario a quella maledetta lezione di step: e di solito ci arriva.
Capita però che talvolta, in quei percorsi pelaspecchietto , in quei contromano innocui, in quei rosso/arancione” molto più arancione che rosso ma che sei daltonico!” la smart trovi sulla propria strada una bicicletta, molto simile a quelle che stanno in palestra, ma con inedite funzionalità.
La signora con la smart è assolutamente terrorizzata dal seguente pattern: mi fermo e si spegne il motore, poi tutti suonano il clacson, io perdo la calma e la macchina non riparte più.
In sintesi non si può pretendere che la signora con la smart ci faccia passare, questa va evitata con attenzione, soprattutto dove ci sono auto parcheggiate in seconda fila la consuetudine è che debba fare il pelo agli specchietti , e non c’è spazio per la nostra bicicletta! Nel migliore dei casi la signora con la smart non fa passare e fa il cenno di scusa con la mano, mentre con l’altra impugna il telefono che sta adoperando per confermare la sua fondamentale presenza alla lezione di step.

 

Dopo la sbornia (ciclista vs tramviere)
Siete ciclisti, chi mai vi fermerà per farvi il palloncino! Per cui se avete bevuto come spugne quale migliore medicina può esservi se non una bella pedalata fino a casa godendo del vento estivo in faccia?
Ma si, alla fine ve ne state sulla destra della carreggiata con andatura da balenottera e potete fare anche qualche scorciatoia, tipo imboccare via dei Reti a Roma prima che passi il tram…ma tanto, ma quando passa il tram a Roma, di notte poi?!
E quindi si va, con una sicura sterzata si gira dalla tiburtina passando con grande sicurezza sopra le rotaie girando verso via dei Reti, ed ecco un sinistro rumore di ferraglia sfrigolare dietro di noi con incedere inesorabile; puntuale e giusto come un servizio al cittadino deve essere.

La lingua secca, il polmone affannato ed il cuore che comincia a contare tempi dispari: forse abbiamo sbagliato, forse questa strada è troppo stretta per un tram ed una bici che interpreta con un maldestro zig-zag la linea retta.
Il tramviere non è uno qualsiasi: è uno che va al deposito. Non ha neanche passeggeri che possano testimoniarne la condotta irregolare. Il tramviere è Dio: può disporre della nostra vita a suo piacimento e ha l’alibi della nostra idiota ubriachezza.
Tuttavia egli è uomo al di sopra delle nostre paranoie, suona quel ferro vecchio che con grande ironia gli è stato fornito in dotazione, ci affianca, ci manda semplicemente a affanculo e se ne va. Di noi gli rimarrà quell’espressione da imbecilli, grati per non essere stati piallati sui binari.